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Storie di creazione di Valore
            Il progressivo ampliarsi, sia con segno positivo e sia con segno negativo,
             della differenza tra il valore del patrimonio netto (Book Value) ed il valore
             di mercato (Market Value) di molte società quotate e, in modo particolare,
             per quelle che operano in settori knowledge intensive, così come quelle che
             operano in settori information technology; tale differenza viene spesso spiegata
             dalle aspettative del mercato in merito alla crescita del settore,
             ai trends macroeconomici e alle risorse / passività intangibili.
    
     
    
 
        Market to Book Value
      
    Negli ultimi anni è diventato sempre più evidente che la capacità di creazione del
     valore da parte delle aziende è imputabile, oltre che alla proprietà di assets tangibili,
     sia fisici che finanziari, anche all’accesso a risorse intangibili, ossia assets identificabili
     con valenza economica non dotati di fisicità molti dei quali, a causa delle difficoltà tecniche,
     per il momento, ancora implicite negli attuali strumenti contabili, restano spesso invisibili
     nei tradizionali bilanci di esercizio ed è sempre più avvertita quindi la necessità di disporre
     – a fini sia gestionali interni, sia di comunicazione verso l’esterno – di un patrimonio
     informativo aziendale più ampio e pregnante rispetto anche a questa tipologia di risorse-chiave
     di un’organizzazione.
      
        
  
      Da un’indagine compiuta da Margaret Blair nel 1982 il rapporto tra il patrimonio tangibile delle
       società industriali costituito da proprietà immobiliari, stabilimenti ed attrezzature in rapporto
       al loro valore complessivo di mercato era pari al 62,3 %. Dieci anni dopo tale percentuale era
       già scesa al 37,9 %. Si sta quindi verificando la situazione in cui oltre la metà del capitale
       investito da parte di una impresa è in assets intangibili ancorché il loro valore non è riflesso
       integralmente nello Stato Patrimoniale dei bilanci aziendali.
    
    
      
     Una analoga analisi compiuta dal prof. Baruch Lev della New York University per l’anno 1999
           dimostra come tale dinamica si stia sempre più accentuando in quanto il valore medio del
           Market to Book value delle società dell’indice S&P 500 era pari a 6,25 %. Per le società
           high tech tale indice è ancora inferiore.
  
    
La medesima indagine compiuta dal prof. Baruch Lev nel marzo del 2001 evidenzia come il peso relativo
         degli asset intangibili, pari all’ 83,3 %, per effetto dell’implosione della bolla speculativa
         della new economy, sia soggetto ad una flessione pur mantenendosi su un livello sempre estremamente elevato.
   
    
Nell’anno 2002 R.Kaplan e D.Norton nel loro testo “Strategy Maps” evidenziano che il 75 % del valore
         di una organizzazione è rappresentato dagli asset intangibili.  
   
    
The International Integrated Reporting Council (IIRC) nel Discussion Paper pubblicato il 14 settembre 2011,
         riportando una indagine effettuata dalla società Ocean Tomo, evidenzia che la percentuale del Market
         Value delle aziende che compongono l’indice S&P 500 spiegata dal valore degli asset fisici e finanziari
         si mantiene sempre molto limitata e che la differenza rispetto al Book Value è giustificata per una
         ampia quota dal valore di altri fattori alcuni dei quali riflessi nei conti aziendali ma molti non lo sono.